Due umoristi a dirigere la rivista “Settebello”: Zavattini e Campanile
Un personaggio di spicco della letteratura italiana del Novecento, Achille Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4 gennaio 1977), scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e giornalista, celebre per il suo umorismo surreale e i giochi di parole, è stato celebrato da più parti in occasione della ricorrenza del quarantesimo della morte. Tra le iniziative che si sono svolte (la citata Rassegna nazionale “
Campaniliana”) e i numerosi articoli giornalistici pubblicati, lo ha ricordato il quotidiano cartaceo e online diretto da Piero Sansonetti, “
Il Dubbio”, con un articolo di Luciano Lanna del 22 ottobre 2017. Nel suo intervento, dal titolo “
Campanile, lo scrittore amato da Eco che fece ridere anche Einaudi”, Lanna ha citato i diversi ambiti giornalistico-letterari e artistici nei quali Campanile si è espresso, evidenziando anche il sodalizio con Zavattini. I rapporti epistolari tra i due sono noti, e solo il carteggio (1937-1966) conservato nell'archivio zavattiniano di Reggio Emilia si compone di 15 missive, tra lettere dell'artista romano e minute di risposta di Za. Dal maggio 1938, assieme a Zavattini, Campanile dirige il periodico umoristico "
Settebello" (poi diventato "
Ecco Settebello"), che nel suo genere contende il primato di settimanale più diffuso con il “
Marc'Aurelio” e “
Il Bertoldo”. Nel giornale mondadoriano Zavattini tiene due rubriche impegnative: "
Lettere di Zavattini" e "
Diario di un timido". Nell'ambito di una scansione temporale dell'impegno culturale e artistico dello scrittore luzzarese, si tratta dell'ultima parte del periodo milanese (anni '30), con la sua fase prevalentemente giornalistica e letteraria, nel corso della quale inizia già a profilarsi l'avventura cinematografica. Lo stesso si accinge a fare Campanile, seppure con minor fortuna. Nel 1940, infatti, Zavattini si trasferisce a Roma e nell'immediato dopoguerra, collaborando come soggettista e sceneggiatore col regista De Sica, crea capolavori come "
Sciuscià" (1946), "
Ladri di biciclette" (1948), "
Miracolo a Milano" (1951) e "
Umberto D." (1952).