È scomparso il reggiano Alfredo Gianolio, intellettuale zavattiniano.
È scomparso il 12 febbraio 2018, all’età di 90 anni, Alfredo Gianolio, nato a Suzzara (Mantova) nel 1927 ma sempre vissuto a Reggio Emilia, dove ha esercitato la professione forense dedicandosi, con grande passione, pure al giornalismo, alla ricerca storica e alla critica d’arte. Esponente della tradizione avvocatesca dell’intellettualità reggiana del dopoguerra, anch’egli, come altri, ha sentito il richiamo della cultura della Bassa e in particolare del suo maggiore interprete, Cesare Zavattini, ed insieme a lui ha fatto parte della giuria del Premio Nazionale delle Arti Naïves. Ma è stato soprattutto autore di diverse pubblicazioni “zavattiniane”, tra le quali assumono particolare rilevanza
Pedinando Zavattini, immagini e testimonianze dal Cerreto al Po (Reggio Emilia, Diabasis, 2004);
Vite sbobinate: primitivi estrosi e trasognati in Valpadana;
con prologo di Ugo Cornia e radiodiscorso di Cesare Zavattini (Sassuolo, 2002);
Alfredo Gianolio, le nastro-biografie, Zavattini, Ligabue e il PCI, a cura di F. Paolella, in “Ricerche storiche”, Vol. 47, n. 117, 04/2014;
Le mele di Zavattini, in “Monte piano”, N. 7, 10/2008;
La poetica di Zavattini tra segno e senso, in “Dea Cagna”, Vol. 4, n. 6, 11/1992.