Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Parliamo tanto di me

Cesare Zavattini e gli assiomi di Peano in “Parliamo tanto di me”


Guido Trombetti, giornalista di Repubbica.it/Campania, il 4 marzo 2018 ha scritto che “l'attesa dei risultati elettorali con il relativo pathos legato all’incertezza dei medesimi” gli ha fatto “venire alla mente un vecchio raccontino che ha a che fare con i numeri”. Nell'ampia produzione letteraria di Cesare Zavattini, precisa Trombetti, “fece persino microscopico quanto raffinato capolino la matematica”, per l’esattezza nel capitolo XVI di Parliamo tanto di me, il suo primo libro. In buona sostanza il brano di Zavattini si riferisce ad uno degli enunciati di Giuseppe Peano, insigne matematico impegnato a definire rigorosamente l’insieme dei “numeri naturali”, cioè di quei numeri indispensabili per contare. L'assioma che ha ispirato Zavattini è: “Ogni numero naturale N ha un successivo N + 1”. Zavattini narra di una gara surreale tra varie persone nella quale vince chi pronuncia il numero più grande. Si tratta di una competizione dove, come in quella elettorale, teoricamente il numero maggiore dovrebbe vincere. Elaborato tra il 1929 e il '30, pubblicato nel 1931, Parliamo tanto di me, nell'esigua traccia di un fantastico viaggio nell'oltretomba, racchiude diverse “storiette”, molte delle quali già comparse, anche solo a livello di spunto e in tempi diversi, su vari giornali. Così la famosa “gara mondiale di matematica” del cap. XVI, riutilizzata anche in seguito nel film Miracolo a Milano, faceva parte del raccontino Viaggio a Senzastagione (ora nella raccolta Al macero).
Nella gara zavattiniana, dopo che era stato pronunciato un numero interminabile, un partecipante urlò: “Più uno!”, e si aggiudicò la gara. Qui irrompe l'assioma di Peano: ogni numero naturale ha un successivo e appena ne pensi uno, magari credendolo enorme, con un “+1” ne trovi un altro ancora più grande. “Se avessi detto più due avrei vinto io”, esclamerà lo sconfitto protagonista in lacrime.