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Reggio Emilia riscopre Zavattini autore di fotoromanzi

L’eclettismo di Zavattini è noto, tuttavia alcune sue felici intuizioni continuano a sorprendere per la loro capacità di interpretare fenomeni sociali e culturali. Il gruppo di animatori dello “Spazio Gerra” di Reggio Emilia ha ben compreso una tale qualità, e frugando nell’Archivio Zavattini della Biblioteca Panizzi ha trovato una serie di documenti da tempo dimenticati poiché ritenuti secondari rispetto alla produzione cinematografica e letteraria: si tratta di soggetti per fotoromanzi, e in particolare di uno, intitolato La colpa, pubblicato a puntate sulla rivista “Bolero” dall’aprile 1962. Le pagine di questo “film di carta”, che insieme a migliaia di altri era diffusissimo all’epoca tra il pubblico femminile, saranno esposte al “Gerra” dal 20 aprile 2018, nell’ambito del festival “Fotografia Europea”. Michele Smargiassi, giornalista di “Repubblica”, non si è lasciato sfuggire l’occasione, e sulle pagine culturali del quotidiano uscito il 28 marzo scorso, in un articolo intitolato “Il fotoromanzo di Zavattini, profeta del #MeToo”, ha affrontato l’argomento in modo approfondito, non solo dal punto di vista culturale, ma anche morale. L’importanza de La colpa consiste infatti nella scelta sia di cimentarsi - sebbene dietro lo pseudonimo di Cesare Altieri - con un “fumettone” consumistico disprezzato da numerosi intellettuali e politici tra cui Italo Calvino e Nilde Iotti, sia di trattare un tema scabroso come quello dello stupro, all’epoca giudicato tabù e drammaticamente caricato sulle spalle della vittima. Grazie al gruppo dello Spazio Gerra e ad una troupe di fotografi e attori questo medesimo soggetto, che mantiene purtroppo intatta la propria attualità, verrà ripreso e trasformato in un “sequel” di oggi dal titolo emblematico: Nessuna colpa.