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Zavattini ritrovato nei romanzi di Guido Conti e Franco Basile

Due scrittori italiani hanno recentemente attinto ispirazione dalla straordinaria esperienza artistica di Cesare Zavattini: si tratta di Guido Conti, con il suo “romanzo di formazione” dal titolo “Quando il cielo era il mare e le nuvole balene”, e di Franco Basile, che in “I matti del paesaggio accanto” tesse la trama di un giallo come pretesto per recuperare memoria e suggestioni della Bassa. In un intervento su Tuttolibri-La Stampa, Conti conferma che il suo romanzo, motivato dall’urgenza “di rimettere in gioco valori e strumenti per rileggere il Novecento”, trae ispirazione da una visione fantastica della realtà contenuta nelle opere sia di Zavattini che di Guareschi, dove è possibile che i poveri di “Miracolo a Milano” raggiungano su una scopa un mondo migliore e don Camillo parli con il crocifisso. La figura dell’autore luzzarese, “acrobatico viaggiatore padano, instancabile pedinatore di uomini e storie”, ritorna con frequenza anche nelle pagine del racconto di Basile, e si lega in modo particolare al mondo dei naïfs, a quei “matti del paesaggio accanto” che si chiamano Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Bruno Rovesti, Serafino Valla e Sergio Terzi, detto Nerone, ma anche alle suggestive immagini sia dei fotografi Paul Strand e Luigi Ghirri, sia del pittore Gino Covili.