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Riconoscimento a Edith Bruck, scrittrice ebrea e autrice di "Andremo in città" diventato film sceneggiato da Zavattini.

Edith Bruck, poetessa e scrittrice ebrea di origini ungheresi, naturalizzata italiana, ma anche autrice teatrale, giornalista e perfino regista, è stata insignita nel novembre scorso dall’Università di Roma Tre, della Laurea Honoris causa in "Informazione, editoria e giornalismo". Vedova del regista Nelo Risi, in molte sue opere emergono i ricordi dolorosi dell’esperienza nei lager di Auschwitz, Dachau, Christianstadt e Bergen-Belsen, dai quali uscì miracolosamente viva. Andremo in città, uscito nel 1962, prende il titolo da uno dei dodici racconti che lo compongono ed è uno dei testi più evocativi della Bruck. Vi si narra una vicenda tragica e al tempo stesso di grande delicatezza, che si svolge in terra jugoslava ai tempi della Shoah ed ha, tra i protagonisti, un bambino. Il libro ha ispirato anche il film omonimo di Nelo Risi, del 1966, sceneggiato da Cesare Zavattini, che ha anticipato di diversi decenni la straziante dolcezza della pellicola La vita è bella, di Roberto Benigni.

 

Edith Bruck con il marito Nelo Risi
 

Locandina del film “Andremo in città”