Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Pittura e grafica

Cesare Zavattini inizia a dipingere occasionalmente nel 1938, da autodidatta e in sordina. Nel 1943 vince il premio della galleria del Cavallino Scrittori che dipingono prevalendo su Montale, Ungaretti, Moravia, Gatto e Buzzati, avviando così una lunga stagione espositiva siglata da numerose mostre in Italia e all'estero. Nella pittura Zavattini trova una diversa modalità di espressione artistica: la capacità di guardare il mondo con occhi nuovi e al contempo avidi di scoperte. Tratti tipici della sua arte sono la spontaneità e la capacità di cogliere gli aspetti curiosi della vita, la poetica della memoria (in particolare della sua infanzia), il grottesco, l’ironia e l’autoironia. Al centro del percorso pittorico zavattiniano ci sono gli autoritratti, il tema del confessionale e dei preti, i "funeralini", la contaminazione con la parola scritta, l’esaltazione della fisica e della metafisica dei materiali usati. Sebbene dotata di una sua assoluta autonomia, la pittura per Za è stata sicuramente funzionale al suo impellente bisogno di esprimersi e deve essere considerata complementare alla fisionomia più complessiva dell’artista luzzarese, scrittore, uomo di cinema, soggettista, sceneggiatore e grande comunicatore. Ma le motivazioni artistiche che hanno spinto Za ad esercitarsi nella pittura sono molteplici ed hanno radici solidissime. Una di queste si riconnette in qualche modo al suo progetto volto ad una popolarizzazione del fatto artistico. Fin dall’immediato dopoguerra (inizio 1947) Zavattini suggerisce “una lotteria nazionale dell’arte i cui premi fossero opere di pittori e scultori giudicati stimabili da una giuria di critici stimabilissimi”. Venivano ancora da Za proposte più ardite come quella per la quale si sarebbero dovute ornare le città di quadri d’autore appositamente protetti (sottovetro) il che ne avrebbe consentito la  fruibilità a tutti i cittadini e non soltanto ai ricchi che i quadri potevano acquistarli o vederli nelle pinacoteche. Tematiche che riconducono a quella sua antica e apodittica folgorazione – “tutti sono artisti” – affermazione  più prosaicamente validata dal suo ben noto impegno per la valorizzazione della pittura naïve.
I materiali inerenti la pittura conservati in Archivio, e per non citare che i soli documenti cartacei della parte generale, si suddividono per sommi capi in sei settori, tra loro comunicanti, che vanno dalle esposizioni personali a quelle collettive, dal “collezionismo” in generale ma particolarmente dalla sua straordinaria collezione di quadretti ‘8 x 10’ dei maggiori pittori italiani contemporanei (nota anche come Collezione minima) all’arte naïve (con cataloghi, corrispondenza, note, appunti, articoli, ecc.), dai suoi scritti sulla pittura e sull’arte agli scritti dei critici sulla sua pittura. L’Archivio presenta insomma un panorama davvero esauriente dell’impegno pittorico dell’artista luzzarese. La sua dedizione e il suo amore per la pittura sono inoltre rintracciabili anche nella produzione cinematografico-televisiva, nella sua ricca (e privata) Raccolta di libri d’arte e d’artista, che si vale di numerose dediche di pittori e scultori, e soprattutto nell’Epistolario. Essa traspare inoltre dai suoi Diari. A proposito del Collezionismo è opportuno ricordare che oltre alla sua imponente Collezione 8x10 – una parte della quale, la più importante, gli autoritratti, è stata acquisita dal Ministero ed è ora collocata presso la Pinacoteca di Brera), Zavattini si è adoperato anche per dar vita ad altre raccolte. Egli ha creato infatti, non solo per se stesso ma addirittura per persone diverse, raccolte straordinarie come la Collezione Isa Miranda (1944) che ha favorito e voluto insistentemente, la Collezione 'Cinquanta pittori per Roma' o Collezione Roma (1946), destinata al produttore cinematografico e intellettuale Ferruccio Caramelli (ora di proprietà della Banca nazionale del lavoro) e l’altra del 1946-47, la Collezione 'I miti moderni' (o I Miti del dopoguerra), che Zavattini ha concepito per Vittorio De Sica. Nell’Archivio è altresì conservata una preziosa Sezione di grafica che dà conto dell’impegno zavattiniano in questo settore. Essa comprende incisioni, lastre (acqueforti, litografie, serigrafie) e libri d’artista. Fa idealmente parte dell’Archivio una raccolta di dipinti acquisiti nel 1998 dal Comune di Reggio Emilia. La collezione Zavattini-Mezzo secolo di pittura-1938/1988, dei Musei Civici di Reggio Emilia, è la più importante raccolta di dipinti di Cesare Zavattini in quanto comprende la maggior parte delle sue opere più rilevanti che vanno dall’inizio della sua attività pittorica (1938) fino a quelle degli ultimi anni, presenti soltanto in questa collezione. La ricerca "on line" sul sito web permette di visualizzare in ordine cronologico i 120 dipinti di cui è costituita, di conoscerne il titolo, il periodo e le tecniche di realizzazione.

Scheda a cura di Giorgio Boccolari