Un protagonista della cultura internazionale
Nonostante il forte attaccamento alle radici emiliane, l’esperienza culturale di Cesare Zavattini è caratterizzata da una notevole apertura internazionale. Infatti lo scrittore luzzarese si è affermato come autentica “icona globale” del neorealismo cinematografico, connotando l’intera sua opera per uno spiccato carattere transnazionale. Notevole è stata l’opera di Zavattini fuori dall’Italia sviluppando un’estesa rete di scambi e conoscenze specialmente verso gli ambienti culturali ibero-americani (Spagna, Cuba, Messico e Argentina) e dell’Europa orientale (Ungheria, Romania, Cecoslovacchia, Yugoslavia, Unione Sovietica) ma anche in area anglosassone (Gran Bretagna e Stati Uniti) così come in altri contesti europei (Francia, Germania, Svizzera, Svezia, Austria) ed extraeuropei (tra cui il continente africano) dove si recò per realizzare progetti e collaborazioni, soprattutto (ma non solo) in ambito cinematografico. Non a caso la biografia di Zavattini è costellata da frequenti e intensi viaggi all’estero durante i quali stabilì vaste relazioni, inserendosi in circuiti culturali cosmopoliti.
Le reti transnazionali zavattiniane
L’ingente mole e le caratteristiche dell’epistolario (circa 12.000 corrispondenti per oltre 100.000 documenti) conservato presso l’Archivio Zavattini riflette la straordinaria complessità delle relazioni dell’artista che spaziano non solo attraverso i diversi ambiti geografici ma anche verso svariati contesti culturali: cinema, letteratura, arte, editoria, ecc. In questo senso l’”officina zavattiniana” include diverse forme di relazioni: da un lato con enti, istituzioni ed organismi stranieri con i quali Zavattini intrattenne rapporti tra cui istituti di cinematografia (l’Istituto cubano d’arte e industria cinematografica), case di produzione cinematografiche (la spagnola Unión Industrial Cinematográfica, l’algerina Cinemateque Algerienne, l’americana Transcontinental Film), festival di cinema (il cecoslovacco Karlovy Vary), comitati a sostegno di cause politiche (Comitato Anticoloniale Italiano, Comitato della Conferenza dell’Europa Occidentale per la Spagna), associazioni (Associazione Italia-URSS, Association Internationale des Documentaristes, Associazione italia-Algeria); dall’altro lato con personalità di spicco della vita culturale dei paesi frequentati da Zavattini tra cui cineasti (l’argentino Fernando Birri, i cubani Alfredo Guevara, José Massip e Julio Garcia Espinosa, gli spagnoli Luis Garcia Berlanga e Ricardo Muñoz Suay, gli americani Herbert Biberman, John Cassavetes e Truman Capote, il cecoslovacco Jiri Weiss), produttori cinematografici (gli americani David Selznick e Paul Graetz, gli svizzeri Arthur Cohn e Lazar Wechsler, l’egiziano Ramses Naguib), scrittori (il colombiano Gabriel García Márquez, lo spagnolo Alonso Ibarrola), fotografi (gli americani Richard Avedon, William Klein e Duane Michals), critici cinematografici (i francesi André Bazin e Georges Sadoul) e artisti (il francese Jean Dubuffet, lo spagnolo Joan Miró, l’americano Saul Steinberg, i messicani David Alfaro Siqueiros e Diego Rivera). Nel fitto reticolo zavattiniano appaiono poi rilevanti le connessioni con i circuiti cosmopoliti ebraici le cui ampie ramificazioni influirono in modo determinante sull’attività artistica di Zavattini, come nel caso del sodalizio con l’ebreo americano di origini boeme Paul Strand (da cui sarebbe scaturito il libro fotografico Un paese) o con il grafico di origini ebraiche Leo Lionni.
Le pratiche dell’attività internazionale di Zavattini
E’ grazie ai viaggi all’estero che si svilupparono le iniziative “d’oltre confine” come gli incontri e i sopralluoghi per la realizzazione di progetti cinematografici, la partecipazione a convegni e congressi, lo svolgimento di conferenze, la presentazione di film, libri e mostre di pittura, la collaborazione a riviste, l’organizzazione di coproduzioni cinematografiche, la formazione di cineasti e documentaristi dei paesi decolonizzati fino all’ottenimento di riconoscimenti e premi. Si registra dunque un ampio ventaglio di esperienze alcune delle quali particolarmente rilevanti come la prassi del “viaggio inchiesta” compiuta per sperimentare la pratica neorealista in contesti fuori dall’Italia come la Spagna e soprattutto in alcuni paesi dell’America latina. Rientra in questa tipologia, per certi versi, anche il viaggio effettuato da Zavattini in Francia e Olanda nel 1950 in preparazione del progetto del film su Van Gogh durante il quale l’autore emiliano ebbe modo di affinare la metodologia della “ricerca etnografica”. Sarebbe riduttivo però limitare l’impegno zavattiniano all’ambito strettamente artistico, infatti, al tempo stesso, emerge anche l’attitudine dell’intellettuale d’incidere sul piano dell’organizzazione politico-culturale nel contesto della fase storica segnata dall’antagonismo USA-Urss negli anni della Guerra Fredda. In questa prospettiva, è di grande interesse l’intensa attività svolta nel campo delle relazioni con l’Europa Orientale attraverso la cooperazione culturale italo-sovietica ed attestata anche dai numerosi riconoscimenti internazionali d’oltre “cortina di ferro”; ma anche l’impegno profuso in rapporto agli sviluppi del processo di decolonizzazione nel continente africano, asiatico e latinoamericano tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento come partecipante e promotore d’iniziative in ambito nazionale e internazionale a sostegno delle lotte di liberazione dei popoli africani e più in generale contro il colonialismo, il razzismo e in favore dell’indipendenza dei popoli del Terzo Mondo.
La ricezione dell’opera di Zavattini all’estero
Nel quadro internazionale diverse sono le suggestioni sulla trasmissione e ricezione dell’opera di Zavattini in rapporto con la dimensione “globale” del neorealismo e del suo processo di diffusione nel secondo Novecento. Il nome di Zavattini all’estero rimane associato principalmente con l’opera cinematografica di “padre del neorealismo” a scapito della complessità creativa dell’autore emiliano. Nonostante la consolidata reputazione neorealista di Zavattini, è evidente la fortuna dell’intera produzione artistica zavattiniana, dalla letteratura alla pittura. In particolare, appare non trascurabile l’impatto all’estero dell’opera letteraria di Zavattini grazie al lavoro di traduzione d’intellettuali e scrittori espressione dei diversi ambienti culturali. Ma soprattutto appare rilevante l’influenza esercitata sulla letteratura latino-americana attraverso l’opera di Gabriel García Márquez.
Nel complesso emerge il profilo transnazionale di un intellettuale promotore di una vera e propria diplomazia culturale legata strettamente al ruolo di Zavattini come intellettuale militante nella realtà storica della Guerra Fredda.
Catalogo
"ZAVATTINI OLTRE I CONFINI - UN PROTAGONISTA DELLA CULTURA INTERNAZIONALE"