Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

CUBA

ZAVATTINI E LA NASCITA DEL NUOVO CINEMA CUBANO

L’INCONTRO CON I GIOVANI CINEASTI CUBANI


CUBA 1953 – 31 dicembre 1953

Alle 22 circa stringevo la mano ai giovani del circolo avanese Tempo Nostro dove – finalmente dico la cosa straordinaria, la cosa per cui ho preso la rincorsa al principio di questo scritto – per prima domandano: che cosa ci racconta del congresso di Parma? […] Provai spavento e felicità, la voglia di applaudire e perfino di piangere per la affettuosa e rigorosa piccolezza del mondo. Io risposi e avrei parlato volentieri per un anno: non so che cosa abbiano deciso a Parma perché sono venuto via per essere qui con voi stasera, ma credo che lo spirito del congresso sia di trovare il punto d’incontro tra le varie tendenze non far prevalere una poetica ma riaffermare innanzi tutto l’esistenza del neorealismo ed esaminare le possibilità di sviluppo, non soltanto in Italia. Ogni cinema che mira a un rapporto stretto con i gravi problemi dell’uomo moderno, fa del neorealismo, partecipa a questo movimento coi modi propri. Il neorealismo è ormai la coscienza del cinema. A questo punto uno ha voluto sapere che cosa s’intende per concreto; rispondo rispondo che concreto vuol dire concreto e sto per passare oltre ma con questi occhi addosso devo essere preciso e dico che concreto è il contrario di quel generico amore del prossimo che a qualcuno sembra il sufficiente scopo del cinematografo; a Parma, dissi, indicai come fonte d’ispirazione i volumi dell’inchiesta parlamentare sulla miseria e sulla disoccupazione poiché attraverso quelle cifre patite, frutto di un tempo reale dato ai fatti degli altri, si entra in un nuovo mondo, un mondo appunto concreto che invoca solidarietà urgente e concreta, ramifichiamo nella vera vita degli altri, che non vuol dire parlare solo di miseria di disoccupati di pensionati di malati di scioperi

(Cesare Zavattini, Straparole, Milano, Bompiani, 2018, pp. 83-84)