Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Alberto Moravia e Cesare Zavattini al Premio Viareggio, 1964 (ACZ, fotografie 225)






Alberto Moravia
 
Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle (Moravia era il cognome della nonna paterna), nasce a Roma il 28 novembre del 1907 da un'abbiente famiglia borghese. Il padre, Carlo Pincherle, è un architetto e pittore ebreo veneziano, la madre Teresa Iginia De Marsanich, è cattolica di origini dalmate. Giornalista, scrittore, sceneggiatore, saggista, Moravia non riesce a compiere studi regolari a causa di seri problemi di salute. Si forma tuttavia una vastissima cultura sviluppando ben presto una decisa propensione per la scrittura narrativa tanto da divenire uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento. Zavattini è tra i primi nel 1927 a recensirgli il romanzo Gli indifferenti. Osteggiato dal regime fascista a cui non piacciono i contenuti della sua opera letteraria (che sottolinea la crisi esistenziale della borghesia), per il proprio sostentamento Moravia è costretto a lavorare a diverse sceneggiature cinematografiche senza peraltro poterle firmare a causa delle sopravvenute leggi razziali. Nel maggio 1943 lo stesso Moravia, con altri letterati, compreso Zavattini, concorre al premio «Scrittori che dipingono», indetto dalla galleria “Il Cavallino” di Venezia. Lo vince lo scrittore luzzarese. Nel 1945 Moravia sceneggia assieme a Zavattini e ad altri, il film di Lattuada La freccia nel fianco. Nel 1953 lo stesso Moravia fonda l’importante rivista letteraria “Nuovi Argomenti”. Nello stesso anno il produttore hollywoodiano Selznick realizza Stazione Termini, un film diretto da Vittorio De Sica, scritto da Zavattini e da lui stesso sceneggiato assieme ad altri. Sceneggiatura problematica. Selznik è puntiglioso: l’elaborato zavattiniano oltre che in quelle di Alberto Moravia passa nelle mani di Carson Mc Callers, Paul Gallico, nonché Truman Capote, per poi ritornare a Zavattini. Più tardi lo scrittore e soggettista luzzarese redige l’adattamento cinematografico del romanzo moraviano La ciociara il cui film diretto da De Sica esce nel 1960. Anche l’episodio zavattiniano Anna del film Ieri, oggi, domani (1963), viene tratto e adattato dal racconto moraviano Troppo ricca. Zavattini e Moravia sono tra l’altro intervistati nel film documentario statunitense Pier Paolo Pasolini: A Film Maker's Life (1971) del cineasta indipendente Carlo Hayman-Chaffey. Nel 1947 Zavattini chiede a Moravia di collaborare con altri al progetto irrealizzato della rivista «Italia domanda» e nel 1959, al Vocabolarietto degli italiani pubblicato nell’Almanacco letterario 1959 edito da Bompiani. Moravia muore a Roma il 20 gennaio 1990.