Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Pavese e il neorealismo di De Sica (e Zavattini)

In un articolo apparso sulla rivista “Internazionale.it” del 6 giugno (Tit.: “Le contraddizioni di Cesare Pavese hanno ancora tanto da dire”), il critico cinematografico Goffredo Fofi, cogliendo l’occasione della pubblicazione da Einaudi dell’opera integrale (o quasi) del grande scrittore piemontese che morì suicida 50 anni fa, oltre ai suoi grandi meriti letterari accenna alle contraddizioni che lo caratterizzarono. Tra queste Fofi, che assieme a Tatti Sanguineti e altri, non è mai stato un estimatore del particolare neorealismo di Zavattini/De Sica, indica tra le cose imperdonabili la famosa risposta che Pavese dette a un giornalista straniero che gli chiedeva chi fosse il miglior narratore italiano del dopoguerra. Pavese un po’ a sorpresa, scavalcando di netto i grandi della letteratura del suo tempo (Beppe Fenoglio, Primo e Carlo Levi, Elio Vittorini, ecc.), rispose senz’alcuna esitazione “Vittorio De Sica”, esprimendo a corollario. tutta la sua ammirazione per il regista dei testi cinematografici zavattiniani che ottennero l’Oscar per il miglior film straniero con “Sciuscià” e “Ladri di biciclette”.


Cesare Pavese.