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Un articolo di Orio Caldiron sul poeta Attilio Bertolucci, amico di Za.

Su “Alias”, il supplemento domenicale de “Il Manifesto” del 27 giugno 2020, il prof. Orio Caldiron ha pubblicato un saggio a tutto campo su Attilio Bertolucci, il grande poeta parmense amico fraterno di Zavattini. Molti dei passaggi inerenti i loro rapporti sono noti e sono stati ripercorsi nelle varie biografie su Bertolucci (padre dei registi Bernardo e Giuseppe) in questo ventennale della scomparsa. Tra i diversi temi affrontati Caldiron si è soffermato su un fatto poco noto. Attilio collaborò nel dopoguerra a due riviste di cinema che si pubblicavano a Parma: “La critica cinematografica” e “Sequenze”. E ha dà risalto all’importante fascicolo del periodico “Sequenze” dedicato al “Letterato al cinema”, una raccolta di grandi firme nella quale Bertolucci riprese e allargò l’inchiesta solariana del ’27 (cfr. “Letterati al cinema”, in “Solaria”, fasc. 3, a. 2., 1927), con testi di vari e tra questi uno di Cesare Zavattini. Nel suo articolo l’autore sottolinea infine l’apprezzamento di Bertolucci per l’arte cinematografica di Za e De Sica, in particolare per “Sciuscià” e “Ladri di biciclette”, ricorda che fu Bertolucci assieme a Pietro Bianchi a introdurre Zavattini all’arte cinematografica trascinandolo a vedere un film di Chaplin e chiude citando il volume delle lettere tra Zavattini e Bertolucci “Un’amicizia lunga una vita. Carteggio 1929-1984”, a cura di Guido Conti e Manuela Cacchioli (Parma, 2004).


Attilio Bertolucci a dx, assieme al figlio Bernardo, seminascosto dal ritratto del poeta Baudelaire.
[Foto tratta dal suppl. “Alias” del “Manifesto - 27 giugno 2020]