Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

I luoghi di Roma che hanno fatto da sfondo al film del 1948 "Ladri di biciclette"

Nel sito web "Romareport", un servizio di Massimiliano Cacciotti, (Tit.: Roma in cento film), fa un interessante elenco dei luoghi di Roma che sono stati lo sfondo naturale del film di De Sica e Zavattini "Ladri di biciclette". Scrive Cacciotti: "Quello che è il capolavoro indiscusso del neorealismo, è anche, una straordinaria visita guidata nella Roma di fine anni quaranta, raccontata ampiamente in immagini, dal centro alla periferia. Realizzato nel 1948 da Vittorio De Sica, con la partecipazione di attori non professionisti, il film presenta ampi scorci della città, che appare in tutta la sua grandiosità e soprattutto in tutta la sua miseria post bellica. La vicenda inizia al Tufello, un quartiere all’epoca ancora in costruzione, come si vede bene da diverse scene, girate a via delle Isole Curzolane, nei palazzi che sorgevano allora in mezzo al vuoto e in cui, nel film, vive il protagonista Antonio, con la moglie. Lui è stato da poco assunto come attacchino comunale, ma per svolgere il proprio lavoro ha bisogno di una bicicletta, che però in quel momento non possiede.
Con la moglie Maria si reca perciò in Via del Corso. È nel palazzo della Cassa di Risparmio che, nella finzione scenica, viene ubicato il Monte di Pietà. Qui, impegnando sei lenzuola, la coppia ottiene i soldi per l’acquisto del mezzo. Purtroppo, proprio durante il suo primo giorno di lavoro, la bici gli viene rubata nei pressi di via del Tritone e Antonio comincia così un lungo giro per tutta la città, alla ricerca dei ladri e della sua indispensabile due ruote. E’ domenica. Antonio raggiunge prima Piazza Vittorio, poi il mercato di Porta Portese, sperando di vedere lì la sua bici, magari in vendita, ma della bicicletta non c’è traccia. Dopo essersi fermato a pranzare, col figlio Bruno, in una trattoria di via di Ripetta, Antonio riprende le ricerche. Anche la sua visita nei pressi del Gazometro, dove vive il sospetto autore del furto, si rivela un buco nell’acqua. Perciò, giunto a sera, amareggiato e senza avere ottenuto il proprio scopo, Antonio si dirige lungo via Flaminia, dove si ferma ad attendere il tram verso casa. In quell’istante, vedendo un’altra bici lasciata incustodita, spinto dalla disperazione, tenta a sua volta di rubarla. Non pensa che poco distante c’è lo stadio e che la partita di campionato è appena terminata. La folla che sciama dal Flaminio (l’Olimpico non era ancora stato costruito), riempie immediatamente la via. Qualcuno lo vede mentre cerca di rubare la bici e blocca il suo tentativo di furto. In una Roma povera, ma tutto sommato solidale, nessuno se la sente di denunciarlo. Antonio potrà riprendere liberamente la via del ritorno verso casa, anche se deluso, umiliato e senza più nulla in mano, se non la propria disperazione".
http://romareport.it/


Un fotogramma del film “Ladri di biciclette”.