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Flavio Bucci e … quel ‘genio’ di Zavattini

Un Flavio Bucci che si racconta a cuore aperto, con i suoi errori, i suoi vizi e le sue virtù, è quello delineato da un servizio di Maria Luisa Agnese apparso sul “Sette” del “Corriere della Sera” nei giorni scorsi. Com’è noto, Bucci interpretò la parte del protagonista (un grande pittore naïf) nel film Ligabue, diretto da Salvatore Nocita che andò in onda su RaiUno a partire dal 22 settembre 1977 in tre puntate. Il soggetto del film era di Zavattini. Era stato tratto dal suo poemetto Toni / Ligabue, pubblicato dall’editore Franco Maria Ricci nel 1967. La sceneggiatura era sempre di Zavattini in collaborazione con altri. Per Bucci, Ligabue rappresentò il grande successo nazionalpopolare. L’attore romano si trovava bene nei panni di “quel pittore, strambo come lui, irregolare, rachitico”. Nel servizio viene riportata, tra le altre, una affermazione dell’attore romano, illuminante anche se decisamente fuori dagli schemi: “Me ne sbatto di scuole e maestri. L’unico genio che ho conosciuto nella finzione del gioco si chiama Cesare Zavattini”.


https://www.corriere.it/sette/editoriali/21_febbraio_16/flavio-bucci-felicita-perdersi-senza-invocare-redenzione-4054073c-7043-11eb-8f84-ab1601eaf9fe.shtml


Flavio Bucci interprete del “Ligabue” di Zavattini.