Danila Giancipoli su “La voce di New York”, giornale online in lingua italiana e inglese, pubblica un articolo (Tit.: Martin Scorsese sul “Maestro” Fellini: un manifesto in difesa della magia del cinema) nel quale rivela l’ammirazione del regista, sceneggiatore e produttore americano per Federico Fellini. Scorsese infatti parla di lui in un servizio su “Harper’s Magazine” e già nel titolo lo definisce “Il Maestro”. Lo colloca, non senza ragioni anche se forse un po’ troppo centralmente, tra i padri del Neorealismo. Sostiene che questa corrente cinematografica è stata il riflesso di una condizione sociale e di una mentalità collettiva che hanno permesso all’Italia di andare avanti dopo vent’anni di fascismo, crisi e sofferenza. Tra le tante considerazioni elogiative del cinema felliniano a partire dal film 8 e mezzo, sostiene tra l’altro che nei film di Zavattini e De Sica, come in quelli di Visconti, Rossellini e Fellini, si intrecciano la morale, la spiritualità e l’immaginario dell’epoca, quegli stessi valori che hanno contribuito a redimere l’Italia agli occhi del mondo. Ancora un grande riconoscimento per il “cinema” zavattiniano dunque e del neorealismo come fondamentale punto di partenza per gli sviluppi successivi del cinema.