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Esattamente 70 anni fa usciva il film capolavoro “Umberto D.”.

Compie settant’anni “Umberto D.”, il film di Vittorio De Sica realizzato su soggetto e sceneggiatura di Cesare Zavattini. Considerata una delle pellicole capolavoro del neorealismo cinematografico, uscì nelle sale il 20 gennaio 1952. In realtà, la sua prima proiezione pubblica internazionale ebbe luogo dieci giorni prima in Uruguay, al festival di Punta del Este, dove si aggiudicò un premio al miglior film straniero. Tuttavia, come i precedenti film del duo Zavattini–De Sica, (“Sciuscià” del 1946, “Ladri di biciclette” del 1948, “Miracolo a Milano” del 1951) – anche “Umberto D.” ebbe scarsi incassi e suscitò vivaci discussioni oltre che accese reazioni politiche. Fra queste spicca l’intervento dell’allora sottosegretario allo spettacolo Giulio Andreotti che, accigliato, condannava il “pessimo servizio che il film rendeva all’immagine dell’Italia all’estero”. In realtà, rispetto alla versione originale, la sceneggiatura era stata di molto edulcorata dallo stesso Zavattini su pressione della produzione. Il film non ebbe molta fortuna nemmeno sul piano dei riconoscimenti, se si esclude quello uruguaiano. Nonostante la presentazione in concorso qualche mese dopo al Festival di Cannes e la candidatura all’Oscar (tardiva: fu nominato nell’edizione 1957, poiché il film uscì negli Usa quasi quattro anni dopo) per il soggetto di Cesare Zavattini, il film fu battuto dal dimenticato «La più grande corrida», scritto da Dalton Trumbo per il regista Irving Rapper. Una curiosità. Nel 2008 uscì un remake di “Umberto D.” interpretato da Jean-Paul Belmondo, per la regia di Francis Huster, con un titolo, “Un uomo e il suo cane” (Un homme et son chien), che riprendeva quello della prima versione zavattiniana: “L'uomo e il cane”.


Una sequenza del film.



Il libro di Zavattini sul film.