Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Un libro su Rascel. Gli incontri artistici con Zavattini.

È uscito per i tipi di Iacobelli editore (Guidonia - Roma) il volume di Elisabetta Castiglioni “Renato Rascel. Un protagonista dello spettacolo del Novecento”. Pseudonimo di Renato Ranucci, Rascel era nato a Torino, nel 1912. E’ scomparso a Roma nel 1991. Nel comunicato stampa FVG si legge che Rascel, autore originale, interprete raffinato e inconfondibile cantante, seppe creare nelle sue imprevedibili performance un personalissimo stile, giocoso e riflessivo, incanalato sul fil rouge del surrealismo. L’autrice, giornalista, critica e promoter culturale, che oltre 20 anni fa ne ha ricercato le tracce in archivi pubblici e privati, dedica ora al “Piccoletto” nazionale questa ragionata biografia artistica nella quale spiccano anche interessanti progetti inediti come il copione de “L’erede di don Chisciotte” scritto da Bollero, Pietrangeli, Vergano e Zavattini, e il soggetto/trattamento di un “Don Chisciotte della Mancia” redatto a più mani e a più riprese da Pietrangeli, Bollero, Battistrada, con Zavattini, Barbaro e Vergano. Un lavoro, questo su Don Chisciotte che stava a metà strada fra Totò e Rascel. Grande amico di Cesare Zavattini, Rascel e Za collaborarono nel 1952 al film “Il Cappotto” diretto da Lattuada, liberamente tratto da un racconto di Nilolaj Gogol, sceneggiato da Zavattini e altri, con Rascel attore protagonista. Si incrociarono nel film “Canzoni di mezzo secolo” anch’esso del 1952, diretto da Domenico Paolella con la supervisione di Za e interpretato fra gli altri da Rascel. Un altro contatto avvenne l’anno successivo (1953) nel film “La passeggiata”, diretto dallo stesso Rascel, con il “piccoletto” attore protagonista, tratto dal racconto "La prospettiva Nevskij" di Nikolaj Gogol, per la sceneggiatura di Cesare Zavattini e Renato Rascel, in collaborazione con altri. Sempre del 1953 è il film interpretato da Rascel “Piovuto dal cielo” del regista Leonardo De Mitri con soggetto e sceneggiatura ancora una volta di Zavattini e Rascel, in collaborazione con altri. Un’ennesima connessione la si ritrova nel film del 1954 “Rosso e nero” di Domenico Paolella, interpretato fra gli altri da Rascel, con la supervisione di Cesare Zavattini. Da ultimo si ricorda il suo contributo attoriale al film “Il giudizio universale” diretto da De Sica su soggetto e sceneggiatura di Zavattini.
 

La copertina del libro e, accanto, la foto dell’autrice