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Un documentario dimenticato aggiorna la filmografia di Za

Un grande documentario che si credeva perduto (Tit.: “La cinepresa non è una bomba Molotov” - 1978), di Gideon Bachmann, regista fotografo e giornalista tedesco sarà presentato a Bologna, presso l’Auditorium DAMSLab, lunedì 27 giugno alle 14:45, nell’ambito della XXXVI edizione del festival “Il cinema ritrovato”. Il documentario che vede tra gli altri protagonisti anche Cesare Zavattini è stato ritrovato dall’associazione cinematografica di Pordenone Cinemazero e restaurato con il laboratorio “L’immagine ritrovata” de La Cineteca di Bologna.
La cinepresa non è una bomba Molotov è un docufilm politico praticamente inedito dopo un solo passaggio televisivo a fine anni ’70 in Germania: protagonisti Damiano Damiani (del quale ricorre il centenario della nascita), Bernardo Bertolucci e Cesare Zavattini.
Il documentario pone domande attualissime: il cinema può essere politicamente utile? Può causare sconvolgimento sociale? Il film è davvero una tale forza di cambiamento come si è sempre creduto, o può solo introdurre nuove abitudini, nuove mode, nuove ossessioni? A dare il titolo, “La cinepresa non è una bomba Molotov”, fu una frase pronunciata nel film da Bernardo Bertolucci. Bachmann, per garantirsi la fiducia della produzione tedesca committente, aveva promesso di realizzare un film sulla vita di Damiani, ma durante le riprese scoprì che lo stesso Damiani «era molto più interessato a lavorare [...] a un film sul cinema di strada che a essere oggetto di un normale lavoro biografico». Così è nato un grande documentario politico, fatto, prosegue l’autore «con la speranza che la politica potesse motivare i giovani e che i film potessero essere veicolo di tale motivazione. Io ero allora, come molti post-sessantotto, convinto che l’educazione e la coscienza fossero le strade future del miglioramento sociale. Io credevo ancora che il cinema fosse uno strumento di rivoluzione».



Un fotogramma del documentario.