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“La porta del cielo” a Cuba e Los Angeles.

Su “nonsolocinema”, rivista online di informazione cinematografica e culturale, in un suo articolo, Sabrina Marcon rende noto che “La porta del cielo”, film del 1944 di De Sica e Zavattini, sarà proiettato prossimamente a Cuba e Los Angeles.
La porta del cielo, è stato recentemente restaurato grazie ad un progetto che ha coinvolto il Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale, l’Azione Cattolica italiana e l’Associazione Officina Cultura e Territorio. Dopo la presentazione del film nella sezione “Storia del cinema” della Festa del Cinema di Roma la pellicola è stata proiettata a Mestre presso il Culturale Candiani. A introdurre l’evento Gianluca della Maggiore, direttore del Centro di ricerca Catholicism and Audiovisual Studies - Cast dell’Università UniNettuno, e Marco Vanelli, direttore della rivista “Cabiria studi di cinema”. Scrive la Marcon che il problematico restauro è stato accompagnato da un’importante ricerca storica nell‘Archivio Apostolico Vaticano: un passaggio ineludibile, vista l’eccezionalità del processo produttivo che vide il coinvolgimento diretto della Santa Sede e in particolare di Giovanni Battista Montini, futuro Papa Paolo VI. Il film – osserva ancora la Marcon – racconta il pellegrinaggio di un drappello di malati che va in treno a Loreto per chiedere miracoli. Nel film vengono proposte storie ricche di umanità che hanno per protagonisti sia disabili (il ragazzino con le stampelle, il cieco, l pianista con con la mano paralizzata), sia persone alla ricerca di un miglioramento della qualità della vita, come ad esempio la vecchina che cerca la grazia di un’armonia familiare. “La porta del cielo” viene in genere considerata un’opera minore. Un pregiudizio indotto dalla sua invisibilità, scrive Alberto Anile, conservatore della Cineteca Nazionale. E’ invece un film degno di quelli che lo precedono e lo seguono nella filmografia desichiana & zavattiniana - I bambini ci guardano (1943) e Sciuscià (1946) - per la maestria con cui si alternano esigenze della committenza (l’Azione Cattolica), l’osservazione minuta tipica di Zavattini, scarti umoristici e affondi nel peggior cinismo, con lo sguardo caldo tipico di De Sica.


Una sequenza del film.