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Il duo De Sica-Zavattini e il Festival di Sanremo

Nel corso degli anni, dal 1951 ad oggi, sono stati numerosi i contatti tra i grandi autori / registi italiani e Sanremo. Eppure, lo conferma un redazionale di “Cinecittà News”, in genere assai poco fruttuosi. Da Sanremo sono passati registi e attori come Verdone, Virzì, Argento e altri ancora, chiamati a far parte o a dirigere le giurie di qualità. Ma i verdetti sono stati spesso anche furiosamente contestati tanto che negli ultimi anni le stesse sono state abolite. Vittorio De Sica e Cesare Zavattini si imbatterono nel Festival del 1963: nei due anni precedenti avevano firmato - De Sica dietro la macchina da presa e Zavattini alla sceneggiatura - un capolavoro dopo l’altro, prima La Ciociara e poi Il Giudizio Universale e stavano preparando il Boom e Ieri, oggi, domani. Accettarono di far parte della commissione selezionatrice, la prima del genere, assieme ad altre personalità ed esperti. La commissione prese subito una decisione antipopolare, attirandosi una pioggia di critiche: escluse brani scritti da cantautori già molto amati e apprezzati come Modugno, Celentano, Rascel, Dallara e Bindi. Decisione infelice perché i primi tre brani della classifica finale furono abbastanza mediocri: Uno per tutte cantata da Tony Renis, Amor mon amour my love (Claudio Villa), Giovane Giovane (Pino Donaggio). La critica del tempo definì il livello musicale di quel Festival il più basso da quando era nata la competizione. Addirittura De Sica bocciò un testo dello scrittore Giuseppe Marotta il quale apostrofò De Sica (“non sa distinguere un endecasillabo da un manico d’ombrello”) e il regista lo querelò. Ma le sirene della musica d’oltremanica, che s’apprestava a diventare “British invasion” e quelle d’Oltroceano (coi Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan, ecc.), erano ormai troppo forti per uomini come Zavattini e De Sica che avevano formato il proprio gusto musicale negli anni del regime e ancor prima. I giovani non accettavano più il “melodico italiano” anche quando veniva condito da testi raffinati e originalità musicale (i cantautori). Per questa ragione l’anno successivo (’64) e nel 1965, uno degli interpreti di ciascun brano sarà un artista di fama internazionale, che si esibirà, salvo rare eccezioni, in italiano.


Zavattini e De Sica