Marina Piperno in un libro. Fu produttrice de “La Veritàaaa”.
Verrà presentato mercoledì 8 marzo a Roma, presso la sede dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, il libro che racconta la Storia e le storie vissute dalla prima produttrice cinematografica italiana: Marina Piperno. “Eppure qualcosa ho visto sotto il sole”, opera scritta con Luigi Monardo Faccini (All Around Edizioni), esplora gli archivi fotografici della sua famiglia, raccontando la sua formazione giornalistica e il viaggio a New York che la indurrà a scegliere il cinema e intraprendere una carriera sessantennale ricca di sperimentazioni e successi. Un racconto che sarà illustrato dagli autori, nella sala Zavattini, alle ore 18:30. Ebrea romana, Marina Piperno (22 marzo 1935), Nastro d'argento 2011 alla carriera, dopo una precoce ed intensa stagione da giornalista per “Il Paese” di Roma, diretto da Tommaso Smith, esordì con il documentario “16 ottobre 1943” sulla razzia del ghetto di Roma, dal testo di Giacomo Debenedetti e la regia di Ansano Giannarelli, in un periodo nel quale, era il 1961, sullo sterminio ebraico stava calando l'ombra della rimozione. Il ‘corto' era di forte impatto e ottenne un grande successo. Nel 1962 la Piperno fondò la REIAC Film con Giannarelli e Nelli, diventandone amministratore unico. Dopo i Nastri d'Argento per il mediometraggio “Diario di bordo” (1967) e per il complesso della sua attività documentaristica (1968), iniziò a produrre fiction, pur mantenendo viva la sua attenzione nei confronti dei temi sociali e politici che fin dall'inizio avevano caratterizzato le sue scelte. Dagli anni Settanta le sue produzioni sono state realizzate in collaborazione con la RAI. Nel 1982 produsse “La veritààà”, un film particolarissimo e testamentale del quale oltre che soggettista, sceneggiatore e attore protagonista, Cesare Zavattini fu per la prima volta regista. Andò in onda il 5 gennaio sul secondo canale della Rai. Sarà il suo ultimo film, realizzazione di un progetto ideato e messo a punto nell'arco di oltre un decennio.
Marina Piperno.