Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

È uscito il 2° volume dei Diari (1961-1979) di Zavattini.

Cesare Zavattini. Lo confesso. Sono Dio. Abito in via Bacelli 10 a Roma” è il titolo di un lungo e puntuale articolo di Valentina Fortichiari, curatrice del secondo volume dei Diari di Cesare Zavattini (La Nave di Teseo) uscito, con “La Stampa” del 15 aprile, nel settimanale “Tuttolibri”, corredato da una bellissima foto di Zavattini a Luzzara, scattata dal figlio Arturo. Questo secondo volume – dai giorni scorsi nelle edicole – si riferisce agli anni (1961-1979). Sono diciott’anni cruciali per la poetica zavattiniana.
Sfiorita ma per lui non certo conclusa la stagione neorealista, Zavattini cerca di superarla provando forme nuove, più adeguate ai tempi e alla sua evoluzione artistica. Lo scrittore e cineasta luzzarese è un talento incomparabile e lo si capisce bene dal diario nel quale, come scrive la Fortichiari “Za c’è, intero e solido in ogni pagina, in ogni passaggio, in ogni vocabolo mai scelto a caso”. Qualcuno ha scritto che il diario è in fondo una forma estrema di neorealismo letterario. Di certo Zavattini non si smentisce mai. In un brano di questo nuovo volume pubblicato su “Tuttolibri” e scelto dalla curatrice, Za scrive “Lo confesso, sono Dio. Abito in via Bacelli 10, a Roma, presso la signora Dones affittacamere. Perché non l’ho detto prima? Manderò questa lettera a qualcuno, alla questura, al papa, a Giulia Annovazzi? E forse sparirò. Dove? Non lo so ancora. Credo che solo durante questo mio aprirmi a tutti troverò la soluzione”.
In queste parole si avvertono echi del suo primissimo lavoro giornalistico e letterario, di quelli che lui chiama “sproloqui” filosoficheggianti delle opere della maturità (“La notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini”, ecc.) e molto altro ancora.


Il paginone sui Diari di Zavattini (“La Stampa”).


Copertina del secondo volume.