Un’intervista a Zavattini sulla libertà di stampa (1980).
È di questi giorni la polemica sulla libertà di stampa e sul fatto che da un recente sondaggio l’Italia risulti al 41° posto nel mondo. Il sondaggio RWB (George Washington University), fotografa infatti una situazione desolante che - come sostiene Claudio Romeo in un articolo apparso su “ADUC, Associazione Utenti e Consumatori APS” - pare interessi a pochi. Anche perché gli italiani, come sostiene l’autore, sono ormai assuefatti a una stampa che si porta dietro tare di soggezione al potere la cui consuetudine risale addirittura al lontano ventennio fascista. Per spiegare il fenomeno lo stesso Romeo cita un’intervista a Zavattini del 1980: “La vigilia di Natale di tanto tempo fa mandavo in onda a Teleroma un’intervista a Cesare Zavattini. Arrivammo con l’operatore nel suo pianterreno di via Nomentana a poche decine di metri dalla sede di allora che era nel garage di Bruno Zevi. Lo trovammo che giocava a palletta (un pallone in miniatura, gioco tradizionale per i ragazzini anzi i regazzini romani) con il suo nipotino nel corridoio di casa. Aveva già ottant’anni e alla genialità naturale si affiancava la visione di chi ha vissuto e capito la vita per poterla raccontare. Parlò a lungo ma quando ingenuamente gli chiesi della censura che colpiva la stampa e dei suoi pericoli, mi spiegò pazientemente che secondo lui era molto più pericolosa per i giornalisti l’autocensura. Ci ragionò sopra a lungo con argomenti definitivi concludendo che la libertà, in qualsiasi contesto, nasce sempre e soltanto dentro di noi”.
Cesare Zavattini.