Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Sessantun anni fa Zavattini ideava il “Cinegiornale della Pace”.

Dopo aver ottenuto nel 1955 il Premio mondiale della pace, il 9 giugno 1962, sessantun anni fa, sul settimanale «Rinascita», Zavattini si faceva promotore di un appello ai cineasti di tutto il mondo, professionisti e cineamatori, affinché mandassero alla redazione da lui presieduta «interventi filmati sulla pace nel mondo», onde creare un «Cinegiornale della pace». La redazione si impegnava a realizzare, di volta in volta, i singoli numeri montando il materiale. Pochi risposero all'appello. Il primo e unico «Cinegiornale della pace» verrà presentato 60 anni fa al Supercinema di Roma nel ‘63. La pace è il tema dei temi per Zavattini, una battaglia che lo ha interessato per tutta la vita come ha rivelato magistralmente Valentina Fortichiari in due sue recenti pubblicazioni. La prima: “Cesare Zavattini. La Pace. Scritti di lotta contro la guerra” (a cura di Valentina Fortichiari, con una postfazione di Gualtiero De Santi, edito a Milano da La Nave di Teseo, 2021) e la seconda: “Vocabolario della Pace. Il carteggio tra Zavattini, Dolci e Capitini” (a cura di Valentina Fortichiari, Roma, Succedeoggi, 2022). Il Cinegiornale della pace è il prototipo di quelle iniziative di attività cinematografica indipendente e collettiva su temi di interesse sociale e politico che Cesare Zavattini ha poi ulteriormente promosso attraverso i "Cinegiornali liberi" a partire dal 1968. Il “Cinegiornale della Pace” ideato nel 1962, realizzato nel ‘63, introdotto da Mario Soldati si componeva di testimonianze, interviste e inchieste che affrontavano la prospettiva del pericolo rappresentato da un eventuale conflitto atomico e sottolineavano la necessità che gli uomini si unissero per scongiurare all'umanità una immane catastrofe. Tema quanto mai attuale. Il Cinegiornale della Pace è conservato nell’Archivio Cesare Zavattini presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia.


Cesare Zavattini.