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Un parallelo tra “Barbie” e “Miracolo a Milano”

Un lungo articolo di Carlotta Wittig uscito il 28 agosto scorso sulla rivista online “Lo speciale” (sottotitolo “Dove la notizia è solo l’inizio”), esamina da un punto di vista critico il film “Barbie” uscito recentemente. La Wittig scrive che è solo “travestito da film” e visto che è “trionfatore al box office” ne deduce che “Anima e ‘Dinero’ non sempre vanno a braccetto”. A “Barbie” contrappone come antidoto una vecchia gloria del neorealismo nostrano restaurato di recente e rintracciato da poco, casualmente, su Cineautore: “Miracolo a Milano” (di Zavattini e De Sica, rispettivamente autore e regista del film). E posta poche righe ma molto eloquenti, che al film dedicò il Premio Nobel Gabriel Garcìa Marquez: ‘Credo – disse Marquez – che si possa affermare che la radice del realismo magico del romanzo latino-americano sia un film come “Miracolo a Milano”. Non c’è stato un tentativo di imitazione da parte nostra. Quel cinema ci ha solo svelato una realtà che noi eravamo abituati a guardare con occhi diversi. Il realismo fantastico della letteratura del nostro continente l’ha inventato Cesare Zavattini’. Zavattini: “chi era costui?”, si chiede retoricamente la Wittig. E si risponde: “un grande, che tutta Italia, dolce paese nostro perennemente smemorato, s’è quasi del tutto scordato. Mentre le due Americhe, Sud e Nord, lo straconoscono. Di più: lo ossequiano, lo copiano e ce lo invidiano”. Insomma, insiste, “questa cosa l’ha detta un ‘Nobel’!!” E come se non bastasse, “il ‘Premio Oscar, Steven Spielberg’ confidò al nostro Giancarlo Giannini, suo amico”, che la scena finale del film “E.T., l’aveva letteralmente copiata dal film ambientato nel 1951 nell’allora periferia milanese). Aveva sostituito insomma le scope di ‘Miracolo a Milano’ con le biciclette dei ragazzini che accompagnano a casa E.T.”. Concludendo che il “venefico megaspot” a una ‘bambolotta’ è una cosa, l’arte cinematografica, tutt’altro.
 

Gabriel Garcia Marquez (a destra) col regista argentino Fernando Birri.