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L’archivio di Scerbanenco all’«Apice». Lo lanciò Zavattini.

È approdato nei giorni scorsi al Centro Apice dell’Università di Milano l’archivio di Giorgio Scerbanenco (Kiev, 28 luglio 1911 – Milano, 27 ottobre 1969). Nei prossimi mesi questo fondo sarà dapprima inventariato e successivamente messo a disposizione di studiosi e ricercatori. Si tratta di un’eccezionale acquisizione che consentirà non solo di conoscere in maniera approfondita l’autore attraverso lo studio di numerosi scritti inediti, di materiale relativo ai romanzi pubblicati e della feconda corrispondenza con editori e personaggi pubblici dell’epoca, ma anche di comprendere meglio l’affermarsi in Italia del genere poliziesco, del quale Scerbanenco fu indiscutibilmente un caposcuola. Il prolifico scrittore italo-ucraino ha tuttavia attraversato molti generi letterari, dalla fantascienza al western dai libri rosa al giallo. L’incontro dello scrittore luzzarese con Scerbanenco risale ai primi anni Trenta quando Za era caporedattore alla Rizzoli e quando, dal 1936 al ’40, diventò direttore editoriale di tutti i periodici della Mondadori. Zavattini pubblicherà i primi racconti di Scerbanenco. Uno di questi uscì nel 1935 a puntate sulla rivista per ragazzi "Il Novellino" (Tit.: "Gli uomini in grigio"), un romanzo che si potrebbe definire un ‘giallo’ per ragazzi. Zavattini – come nel caso della Némirovsky, Bernari, e molti altri – anche con Scerbanenco aveva visto giusto. L'aveva assunto alla Rizzoli quando era un perfetto sconosciuto e già nel 1934, gli aveva pubblicato sulla rivista "Piccola", il suo primissimo racconto. L'aveva poi voluto alla Mondadori come caporedattore di tutti i periodici. Ma Scerbanenco ben presto abbandonerà l’attività editoriale per dedicarsi all’attività letteraria tout-court ottenendo un grande successo tanto che le sue opere sono ancora un modello di riferimento per i giallisti attuali.


Giorgio Scerbanenco.