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In un inedito di Ugo Zatterin il ricordo della sua intervista a Zavattini

Su La Stampa On Line del 4 gennaio 2024 è stato pubblicato un inedito di Ugo Zatterin, in cui ricorda la sua prima apparizione sugli schermi televisivi. Al suo debutto in TV, nel 1953, al giornalista fu affidata un’intervista a Cesare Zavattini, che doveva essere incentrata soprattutto sulle tematiche del Neorealismo. Zatterin sostiene che entrambi si sentissero impacciati perché l’incontro si svolgeva in uno studio televisivo senza pubblico. A chi gli raccomandò di far finta che le telecamere non ci fossero, immaginandosi di essere nel salotto di casa sua, Zavattini dichiarò, indicando i tecnici dello studio: «Per fortuna che tranne questi non ci vede nessuno, così evitiamo di sputtanarci».
Nell’intervista in realtà di Neorealismo si parlò poco perché Zavattini sostenne che l’argomento era già stato abbondantemente trattato e anzi era abbastanza stufo di parlarne. Così il colloquio si avviò su una discussione circa la diversa natura dello «specifico filmico» rispetto allo «specifico televisivo», questione in quel momento molto dibattuta da cinefili e massmediologi. Che la specificità del cinema fosse il montaggio e quella della TV fosse la ripresa diretta, come sembrava pensare la maggior parte degli studiosi, Zavattini non ne era per niente convinto. Zatterin afferma che, in quella occasione, lo scrittore non riuscì a spiegare in modo compiuto il suo pensiero.
Forse alla fine Zavattini avrebbe di certo infilzata la sua bella tesi, che stava dipanandosi sulla trama che una tv, ove fosse stata liberamente usata, sarebbe diventata una naturale fonte di neorealismo, se lo stop impostoci dall’assistente con un perentorio allargare delle braccia, che mi parve la giusta punizione dell’esser noi finiti fuori tema, non ci avesse bloccati per scadenza del tempo prefissato, lasciandoci attoniti e persuasi d’aver detto solo delle confuse banalità, ma fortunatamente «sputtanati» solo davanti a pochi intimi”.
Il taglio indispose non poco Zavattini, che se ne andò lamentando che questo, forse, sia lo specifico televisivo: la censura in tempo reale, la possibilità di zittire chi sta parlando senza fargli finire il discorso.


Ugo Zatterin