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28 gennaio 2024: Sopravvissute: In mostra a Milano la storia delle gemelle Mazzetti

Lorenza Mazzetti propose a diverse case editrici il suo primo romanzo, ma fu Cesare Zavattini a rendersi conto per primo che dietro quella storia di guerra e di ingiustizia, e di bambine rimaste sole, c’erano due vite speciali. E così nel 1961, con una nota dell’intellettuale luzzarese nella sovracoperta, uscirà per Garzanti Il cielo cade, che farà conoscere al mondo l’esperienza atroce della famiglia Mazzetti-Einstein. Le due gemelle Lorenza e Paola Mazzetti alla morte della madre furono affidate alla sorella del padre, sposata con il cugino di Albert Einstein. La sera del 3 agosto 1944 un commando delle SS si presenta nella villa di Rignano, dove la famiglia Einstein risiede. Hitler odia Albert Einstein, tedesco di origine ebraica, che ha deciso di restare negli Stati Uniti non appena lui è andato al potere, diventando uno dei simboli dell’antinazismo. Hitler non può colpire Albert, ma la sua famiglia sì. Robert Einstein scappa nei boschi, certo che il fatto che sua moglie e le sue due figlie non siano ebree basti a salvarle. Purtroppo invece, dopo un inutile interrogatorio e un processo sommario celebrato in cantina, le SS le uccideranno tutte e tre, mentre le due nipoti, risparmiate grazie al cognome, aspettano di sopra. Salvate dalla benevolenza degli abitanti del paese, sole, senza un soldo, ma caparbie, decidono che devono farcela, anche per raccontare la loro storia. Oggi l’autrice del romanzo, Lorenza Mazzetti, e la sua gemella Paola sono le protagoniste di una delle mostre che celebrano quest’anno il Giorno della Memoria, al Memoriale della Shoah di Milano fino al 25 febbraio. After Images racconta le due sorelle a settant’anni dalla tragedia. Tredici scatti firmati da Eva Krampen Kosloski, figlia di Paola, che raccontano le due donne nel luogo che le ha viste felici, bambine, e poi mute testimoni dell’annientamento di tutto ciò che era rimasto loro al mondo.
C’è una tendenza nel nostro paese a stendere dei veli sul passato sotto il pretesto della bontà, della pietà. Ci si invita ad archiviare ciò che non abbiamo ancora bastantemente conosciuto. Il fatto stesso di non voler conoscere fino in fondo è prova che sussistono ancora nostalgie e ipocrisie. Per noi, come per tutti, la salvezza consiste nello stimolare la memoria in funzione di giudizio. E l’arte rende questo giudizio sempre tempestivo e sempre nuovo.
Dalla nota di Zavattini nella sovracopertina de Il cielo cade di Lorenza Mazzetti (Archivio Zavattini, ZA C 19)