Per la rubrica Straparlando della rivista Robinson, Antonio Gnoli ha intervistato Arturo Zavattini, figlio dell’autore luzzarese. Fotografo oltre che cineoperatore e direttore della fotografia, Arturo ha lavorato con importanti registi italiani e stranieri, filmando l’unica regia di lungometraggio realizzata dal padre, La Veritàaaa, nel 1982.
Nell’intervista Gnoli approfondisce certo il legame tra padre e figlio, sottolineando però: “...alla fine è il figlio che mi incuriosisce più del padre. Perché, pur conservando un inscalfibile amore filiale, è esattamente l’opposto. Tanto Cesare era estroverso e creativo, quanto Arturo è schivo e normalizzante.”
Nell’intervista si parla quindi delle sue esperienze sul set con De Sica, De Santis, Blasetti, Fellini, Lattuada. Si racconta della spedizione etnografica fatta in Lucania insieme all’antropologo Ernesto De Martino, nel 1952, di cui sono testimonianza fotografie in cui Zavattini non ricerca in particolar modo la bellezza: “Mi pareva importante togliere allo sguardo la retorica sulla povera gente. Mi premeva solo raccontare una realtà senza filtri ideologici.”
La fotografia, che per Arturo “è stata un mezzo per conoscere la vita”, lo porterà non solo in giro per l’Italia, ma anche in Thailandia e a Cuba, dove avrà l’opportunità di immortalare Che Guevara che “[…] da vero piacione, oltretutto molto fotogenico, si prestò tranquillamente agli scatti”.
Ma nel dialogo con Gnoli c’è anche lo spazio per i ricordi, affettuosi, dedicati al suo straordinario padre e alle sue mille vite.