Zavattini nei ricordi di Tullio Pericoli
In un’intervista a La Stampa il pittore e disegnatore Tullio Pericoli ripercorre la sua carriera e i grandi incontri che hanno segnato il suo percorso: da Giorgio Bocca a Roberto Calasso, da Umberto Eco a Gae Aulenti. Ma, prima di tutto, il fondamentale incontro con Cesare Zavattini, grazie al cui incoraggiamento, a pochi mesi dalla laurea in legge, Pericoli decide di seguire la sua vera strada.
«Enrico Marussig, figlio del pittore Piero, che lavorava all’Espresso, mi consigliò di scrivergli: “Ma mi raccomando - aggiunse - gli mandi anche un disegno sei per sei, colleziona solo quelli”. Così feci». «Rispose subito. Mi incontrò a Roma con affetto, come un vecchio zio. Guardò i disegni, poi esclamò: “Sei bravo, è quello che devi fare. Smetti di studiare, ma non venire qui. La tua città è Milano”». Pericoli seguirà il consiglio e da lì inizierà a disegnare per Il Giorno, per poi approdare al Corriere, a La Repubblica e anche al New Yorker. Nell’Archivio Zavattini la sincera riconoscenza di Pericoli per il grande intellettuale luzzarese e le sue lettere di presentazione è testimoniata da tre missive scritte tra il 1961 e il 1966.