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E’ uscito a Londra il volume fotografico di Stephen Shore su “Luzzara”, omaggio a Paul Strand.

Dopo la pubblicazione nel 1993 a Rubiera, da “Linea di confine”, del volume “Luzzara” con le immagini del fotografo americano Stephen Shore, l’opera è stata ristampata dall’editore indipendente inglese Stanley Barker  (Londra, 2016). Shore riprende Luzzara pensando – lo dichiara lui stesso – di aggiornare il volume fotografico di C. Zavattini / P. Strand, "Un paese" (1955) Ma nel proposito di Shore c’è un’apparentemente piccola ma in realtà fondamentale dimenticanza: in "Un paese" le fotografie di Strand avevano assunto un significato universale in quanto si erano basate sull’imprescindibile testo di Cesare Zavattini che illustrava Luzzara sulla base della propria particolarissima poetica, realizzando l’unico “fotolibro” pubblicato in Italia, un’opera a metà strada tra la sociologia e il neorealismo.

Il lavoro di Shore, pur interessante, slegato com’è dall’“impresa” zavattiniana, è autoreferenziale o al massimo collegato all’altro fotografo americano (Strand), ma soltanto in quanto quest’ultimo viene considerato tra i maestri del Novecento.
Rispetto ai due basilari libri fotografici precedenti su Luzzara di Zavattini Strand e Zavattini/ Berengo Gardin, qui c’è una differenza sostanziale.
Ricapitolando:
Anno 1954: il fotografo americano Paul Strand, sotto la guida esperta di Cesare Zavattini, ritrae i luoghi e gli abitanti di Luzzara, un piccolo paese contadino sulla riva reggiana del Po; nasce così il volume Un paese (Torino, Einaudi, 1955).
 Anno 1973: il fotografo italiano Gianni Berengo Gardin, forte ancora della complicità zavattiniana, ritorna a Luzzara e la racconta nuovamente, con il suo stile e la sua sensibilità per documentare gli effetti del trascorrere del tempo: ai contadini affianca gli operai, ai campi gli interni delle case. Esce così Un paese vent'anni dopo (Torino, Einaudi, 1976).
Nel 1993, motu proprio, e non unico, anche l’importante fotografo statunitense Stephen Shore va a Luzzara (ma ce n’erano già stati altri, Ghirri su tutti) per fotografarne gli abitanti, le stradine, i campi: Shore voleva raccontare com’era nel ‘93 il paese ritratto nel 1953 (il libro sarà pubblicato solo nel ’55) da Paul Strand.
Nelle opere del 1955 e del ‘76, Zavattini cooperò con Strand e con Berengo Gardin. Il minimo comune denominatore era la poetica zavattiniana, la sua sperimentazione. Il volume di  Stephen Shore, che è un ottimo fotografo, è invece profondamente diverso da questi due anche perché completamente slegato dall’esperienza zavattiniana e dal filtro speciale con cui Strand e Berengo avevano “letto” il paese della bassa reggiana.