Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Cultura e società

Zavattini ha sempre espresso una vocazione naturale e incessante per la promozione e l’organizzazione della cultura con l’obiettivo di innovarla e, insieme, per trasmettere agli “altri” una maggiore forma di consapevolezza critica e di sapere. Za è passato dall’attività di direttore editoriale degli anni ’30 all’impegno associazionistico in campo cinematografico e non solo, dalla divulgazione dei postulati neorealistici a Cuba, in Messico e in Spagna alla dura contestazione della mostra del Cinema di Venezia (1968) e della cultura cinematografica di cui era portatrice (soffocata com’era dalle vecchie ferree leggi economiche e “politiche” che limitavano fortemente la produzione di film di qualità), fino a progetti a sfondo culturale e sociale che hanno fortemente caratterizzato il suo rapporto con il cinema, la radio e la televisione. Tra le tante iniziative culturali cui si è dedicato, non sempre ottenendo il successo sperato, si possono citare la proposta di una Lotteria nazionale dell’arte di cui Za parla alla radio nel 1947, il progetto degli anni sessanta e inizio settanta dei Cinegiornali liberi (e della pace) e, negli anni ’70, l’altro progetto L’Italia che ride, derubricato per contrarietà di eventi (l’assassinio di Aldo Moro), o l’altro ancora, risalente agli anni della contestazione globale (“Non cinema”, “Non libro”, Non premio”)  del Non teatro, una forma di discussione collettiva di nuclei di persone “congenialmente associate”, paese per paese, città per città, a discutere i fatti del giorno, i casi della vita. Insomma, l’effervescenza intellettuale di Zavattini è stata travolgente, i progetti artistici e culturali davvero moltissimi, frutto non solo di una genialità artistica che gli è ampiamente riconosciuta ma anche di un impegno militante da autentico organizzatore di cultura. Sul piano sociale il tema della ‘pace’ è stato per Za il “tema dei temi” e non solo una delle grandi questioni che lo hanno appassionato. Sono già stati citati i Cinegiornali della Pace a cui si può aggiungere il suo progetto L'ora della pace nelle scuole (da lui pubblicato col titolo: "Telesubito" per sapere la pace, in "Riforma della scuola", a. 31., n. 3, marzo 1986. Nel 1955 gli è stato assegnato a Helsinki uno dei quattro Premi per il 1954 conferiti dal Consiglio mondiale della Pace che aveva sede a Vienna. Il riconoscimento reca appunto la data, Vienna, 15 maggio 1955. Gli altri tre andarono a Edouard Herriot, Josué De Castro e Joris Ivens. Un altro progetto che lo ha coinvolto negli anni settanta è quello della costruzione di una memoria collettiva dei movimenti sociali e dei loro protagonisti. Nel 1979, infatti, fonda e presiede fino alla sua scomparsa (1989) l' Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico che, nel campo degli audiovisivi (cinema, tv, multimedialità), ha operato e tuttora è impegnato per favorire la costruzione di una memoria collettiva dei movimenti sociali e dei loro protagonisti.
Per dare un’idea della serie di documenti d’archivio complessivamente inventariati sotto il nome di “Cultura e società” occorre elencarne i principali: gli scritti di Zavattini e le interviste da lui rilasciate sulla religione, la politica, lo sport e l’attualità nel periodo 1947-1984, e gli articoli su di lui. Certo i fascicoli che trattano il tema della pace e il dibattito sul neorealismo sono forse quelli più corposi, catalizzando essi maggiormente l’attenzione. Ma l’archivio possiede documenti e testimonianze di un’attività intellettuale di ‘Za’ svolta in a vari livelli, per la quale l’ elenco delle iniziative promosse no anche solo progettate sarebbe di gran lunga più corposo,  come promotore di festivals cinematografici, di premi letterari oltre che di rassegne e collezioni pittoriche, come relatore di conferenze in Italia e all’estero (Stati Uniti, Unione Sovietica, Spagna, America Latina e, in particolare, Cuba). A proposito di premi è opportuno segnalare infine la cospicua serie di riconoscimenti che Za ha ottenuto in vita. Tra i tantissimi, nel 1947 per il film Sciuscià, dalla ‘Academy of Motion Picture Arts and Sciences’, il Certificate of Nomination for Award original Screenplay ‘Shoe-Shine’, prologo al premio Oscar come miglior film straniero, il Nastro d’argento del 1949, il Premio ‘Terra salda’ dei ragazzi ospiti della casa di rieducazione di Deliceto di Lecce (1971), il David di Donatello del 1982. Dal lunghissimo elenco risalta il riconoscimento che gli è stato tributato nel 1977 col conferimento da parte dell’associazione di scrittori del cinema americano della medaglia del ‘Writers Guild of America’ che in precedenza era stata concessa soltanto a Charlie Chaplin.

Scheda a cura di Giorgio Boccolari