Comune di Reggio Emilia Fondazione Palazzo Magnani

Lettere e carteggi

Nell’archivio di Cesare Zavattini il "corpus" dei carteggi è particolarmente interessante e quantitativamente rilevante. Da un lato, numerose lettere sono state collocate nei vari fascicoli del “fondo principale”, a corredo dei temi che egli ha trattato, dall’altro, lo stesso Zavattini ha costituito un vastissimo ed autonomo Epistolario. Tra  le lettere dei corrispondenti e le minute di risposta l'ordine di grandezza di quest’ultimo ‘fondo’ sopravanza di gran lunga le centomila unità. Quasi sessant’anni di vita artistica e di impegno politico-culturale trovano qui una significativa testimonianza. Moltissimi i nomi prestigiosi: da De Sica a Blasetti, da Renè Clair a William Wyler, da Pier Paolo Pasolini a Giorgio Strehler, Dario Fo, Renato Rascel, Oriana Fallaci, Totò, la famiglia Mondadori, ma l’elenco sarebbe sterminato specie se si elencassero le numerose lettere di gente comune, persone in difficoltà, disoccupati, carcerati, disperati che si rivolgevano a lui per chiedere aiuto o per risolvere situazioni difficili, talvolta drammatiche, e ad ognuno dei quali rispondeva invariabilmente, anche con aiuti concreti. Le lettere forniscono un sorprendente “spaccato” della società e, soprattutto, della vita artistica e culturale italiane (e non solo) del ‘900. Da esse traspaiono gli umori e le passioni, la ricerca culturale, l’amore per l'arte, l’energia intellettuale che, attraverso lo scambio epistolare, Zavattini sollecita, propone, manifesta.  L’attenzione degli studiosi verso questo tipo di ‘scrittura’ che si aggiunge al racconto, al diario e ad altri da lui sperimentati, ha già prodotto tre volumi a stampa. Il primo è un’antologia di lettere scelte a cura di Silvana Cirillo (Una, cento, mille lettere (1929/1983), Milano, Bompiani, 1988), negli altri due sono pubblicati i carteggi tra Za e i suoi due grandi amici Valentino Bompiani (Cinquant’anni e più... Carteggio Bompiani-Zavattini (1933/1989), a cura di Valentina Fortichiari, Milano, Bompiani, 1995) e Attilio Bertolucci (Un'amicizia lunga una vita. Carteggio 1929-1984, a cura di Manuela Cacchioli e Guido Conti, Parma, MUP Editore, 2004). Svariati altri carteggi sono usciti in riviste o in pubblicazioni minori. In realtà Zavattini non ha mai considerato la comunicazione epistolare come un ‘genere’, un’arte fine a se stessa: la sua, anche per la sovrabbondanza che la contraddistingue, come notava Folco Portinari, è stata piuttosto una “smania di comunicare e d’essere corrisposto, di rendere partecipi, di trovarsi ‘in corrispondenza’ (…) a un grado di tensione produttiva elevato”. Le lettere rivelano infatti la sua straordinaria progettualità non solo in ambito narrativo ma anche imprenditoriale; giornali, libri, collane, film, progetti realizzati, o più frequentemente solo inseguiti, e questi ultimi annunciati, spiegati, quasi sempre accompagnati da una dovizia di motivazioni critiche e teoriche, si presentano numerosi in moltissime delle lettere che compongono il settore dei carteggi di questo stupefacente lascito documentario e che offrono di Zavattini la conferma del suo incontenibile fermento intellettuale.


Catalogo

Scheda a cura di Giorgio Boccolari